Ti presento Alessandra Loreti

Ti presento Alessandra Loreti

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L'artista di questa settimana è un'artista a parer mio eccezionale, in grado di insegnare attraverso le sue bellissime forme e colori. Ogni illustrazione sua racconta una storia, un aneddoto o un qualcosa da cui poter trarre insegnamento. Vi presento Alessandra Loreti!

 

Ciao Alessandra! Mi piacerebbe iniziare chiedendoti una breve presentazione di te e di come hai iniziato ad illustrare!

 

 

Ciao Chiara. Intanto ti ringrazio per avermi coinvolta in questo progetto.
Per chi non mi conoscesse mi chiamo Alessandra e sono una grafica illustratrice romana, attualmente residente a Bologna. Ho avuto una formazione accademica nell’ambito grafico pubblicitario, diplomandomi nel 2009 presso l’Accademia di Arti e Nuove Tecnologie. Poi ho proseguito gli studi per formarmi come illustratrice alla Scuola Internazionale di Comics. Come la maggior parte delle persone che ha scelto di fare dell’illustrazione la propria professione, anch’io disegno da quando ne ho memoria. Disegno e scrivo, in verità. Amo qualsiasi forma di espressione creativa! Sono approdata nel mondo professionale dell’illustrazione relativamente da poco (un paio d’anni). Il mio canale principale di entrate è sempre stato quello relativo alla comunicazione visiva per le aziende ma durante il periodo di quarantena ho avuto più tempo per me, per conoscermi meglio, sperimentare sulla carta.

 

Così sono nate le illustrazioni della serie Myquarantine e da lì a poco anche l’illustrazione è diventata parte integrante del mio percorso professionale.

 

Adoro le tue illustrazioni, non solo da un punto di vista tecnico, ma anche da un un punto di vista educativo. C'è tanto non solo da ammirare ma anche da imparare. Mi racconti di più in merito?

 

Quando andavo alle scuole medie avevo grosse difficoltà con lo studio. Memorizzare concetti, date, eventi per me era faticosissimo.
Ma quando a distanza di anni mi sono ritrovata nel ruolo di sorella maggiore di 2 fratelli molto più piccoli, mi sono riaffacciata ai testi delle medie.
Con loro ho ripreso in mano lo studio, li aiutavo con i compiti, e ho scoperto che gli argomenti didattici possono essere proposti in maniera creativa, stimolante, proprio come un gioco.
Questo modo di fare, di concepire l’apprendimento, me lo sono portata dietro anche nel disegno. Mi piace che la mia creatività possa essere strumento di conoscenza e divulgazione.
A questo proposito gestisco un sito, La Fabbrica dei Sogni, dove insieme ad altre illustratrici realizziamo tutorial per approcciare alla tecnica, ai concetti base del disegno.

 

Ma negli anni ho sviluppato anche un’altra sezione in cui forniamo gratuitamente del materiale per aiutare le insegnanti e genitori a rendere le materie scolastiche più coinvolgenti.

Oggi queste persone costituiscono buona parte del nostro target di lettori.

Complimenti davvero! A questo proposito, secondo te che ruolo ricopre ad oggi la creatività nelle scuole? Parlando per me, quello è stato sempre un aspetto che mi son dovuta gestire un po’ da sola in sede separata. Credi che questo aspetto stia finalmente cambiando?

 

Penso che il sistema scolastico italiano non si sia mai adattato alle esigenze di apprendimento delle nuove generazioni. I giovani hanno bisogno di essere coinvolti attivamente nel processo di studio, non di ritrovarsi ad imparare a memoria 3 paginette dal libro di testo. Ricordo che un paio di anni fa intervistai per il mio blog la mamma di una bimba con difficoltà di apprendimento e rimasi affascinata dal modo in cui aiutava la figlia a studiare. Mi raccontava che quando erano alle prese con i popoli antichi non si limitava a farle studiare la storia sui libri, ma cucinava con lei i piatti tipici di quel popolo, costruivano dei modellini in scala dei templi, disegnavano i loro abiti caratteristici. 

Ecco, sono convinta che questo sia un ottimo approccio. L'apprendimento che coinvolge i sensi, quello che passa attraverso l'esperienza, ha un impatto decisamente diverso rispetto al metodo puramente nozionistico di chi accetta la lezioncina imparata a memoria.

 

Allo stesso tempo però posso dire con grande piacere che molti insegnanti si stanno formando e impegnando per portare ai loro ragazzi metodi e strumenti diversi. Magari il sistema è arretrato, ma chi ne fa parte sta iniziando a comprendere l'importanza di un nuovo approccio formativo più creativo e coinvolgente.

 

 

Cambio argomento e torno su un punto piuttosto cruciale per tutti gli artisti. Mi riallaccio ad un tuo post in merito in cui citi:


"So che potrà sembrarti assurdo ma, credimi: le illustrazioni che trovi su Google non si disegnano da sole."

  

Perché pensi che accada ciò? Come mai secondo te risulta così facile appropriarsi del lavoro altrui? Colpa del web, colpa delle persone.. forse non discute abbastanza del valore del lavoro digitale? Cioè se tu fossi un avvocato ed io venissi nel tuo studio non mi sognerei mai di portar via con me la tua cartella documenti con il tuo lavoro. Il fatto che ad oggi molto del nostro lavoro sia online autorizza le persone a pensare di poterlo prendere senza preoccuparsi di chi o cosa c’è dietro?

 

Semplicemente perché non siamo mai stati educati a comprendere il valore di specifiche professioni. Per la concezione collettiva chi è che disegna? I bambini. Quando parlo del mio lavoro di illustratrice mi rendo conto che per molti è un concetto assolutamente nuovo. Se ci pensi un attimo l'illustratore lavora spesso dietro le quinte, contribuisce alla realizzazione di un progetto (editoriale, discografico o pubblicitario che sia). Ma in quanti secondo te si chiedono chi ci sia dietro quel progetto? 

Le persone vanno educate alla comprensione. Non puoi apprezzare veramente qualcosa se non riesci a comprendere il valore del lavoro che c'è dietro. 

Ecco, dovremmo sensibilizzare gli altri verso queste specifiche tematiche.

 

Chiedo sempre agli illustratori di cosa non riescano a fare a meno mentre lavorano, perché io ad esempio non riesco a fare a meno della musica nella mia fase creativa! Cosa non può mai mancare nella tua stanza mentre lavori?

 

Quello che non manca mai nella stanza quando lavoro è sicuramente il bloc notes su cui appunto le idee o le intuizioni che mi vengono in mente durante l'iter creativo. 

Un altro elemento che reputo molto importante è la finestra che mi consente di guardare fuori e lasciarmi ispirare dal mondo circostante.

 

La mia ultima domanda per te è quella che faccio a tutti gli artisti, ovvero cosa ti auguri per il futuro come artista e come persona!

 

L'augurio più grande che posso farmi (ed è lo stesso che rivolgo a chiunque faccia la mia stessa professione) è di poter continuare a vivere di quello che amo.

Mi auguro che l'illustrazione, la scrittura e la creatività possano rimanere SEMPRE i pilastri portanti della mia esistenza.

E se è vero che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, allora vale la pena di continuare a sognare in grande!

Buona vita a tutti!

 

Grazie mille Alessandra per la tua disponibilità! ツ


Grazie a te per la pazienza, un abbraccio!

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